L'incontro con l'altro: il plesios            (lo straniero)

In prima battuta: una relazione comprende sempre l'incontro con «l’altro». Un incontro che, nella reciprocità, viene a significare apertura, disponibilità e comprensione.

 

Oggi più che mai viviamo costantemente la presenza dell'immigrato, dello straniero1 che approda sui nostri lidi nella speranza di porti accoglienti.

Proprio il plesios, lo straniero, emblema dell'altro, ci provoca all'ascolto, a una relazione di ospitalità che riveli l'altro a noi e noi stessi all'altro. Dice Monsignor Bruno Forte: “è la questione dell’altro, delle sue potenzialità, della sua accoglienza, della sua diversità e delle relazioni a cui chiama, quella che pervade oggi il continente europeo”2.

 

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1 Il termine greco plesios è quello usato dai LXX per tradurre l'ebraico rea' del Primo Patto. Porta con sè il significato di straniero in tutta la sua ampiezza e radicalità. Indica quell'altro da me che non ha nessun vincolo di ospitalità, colui che mi è altro per costumi, tradizioni, interessi, insomma che non potrà mai essermi ospite. Cfr. M. Cacciari, "Drammatica della prossimità", in Ama il prossimo tuo, E. Bianchi e M. Cacciari, il Mulino, Bologna 2011, p.89.

2 Arcivescovo di Chieti-Vasto, Presidente della Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede, l’Annuncio e la Catechesi. (Intervento al Convegno Teologhe: in quale Europa? Roma 30 Marzo 2006